Era il 2009 e decise di partire con due colleghe da Bologna per un concerto di Battiato all’Arena di Verona, senza biglietti e senza avere idea di dove avrebbero dormito. Partirono in macchina nel primo pomeriggio, convinte che “qualcosa si trova sempre”. Arrivate a Verona, si accorsero che trovare un parcheggio era un’impresa; dopo quaranta minuti di giri inutili, Elena propose di lasciare l’auto nel cortile di un condominio, fingendo di essere ospiti di qualcuno.

Le altre due accettarono ridendo, e per un’ora girarono il centro tentando di comprare biglietti da chiunque avesse un cartello scritto a mano. Alla fine trovarono tre posti scompagnati a un prezzo ridicolo, venduti da un signore che aveva sbagliato data. Entrarono quando l’Arena era già piena e si ritrovarono distanziate di settori interi. Elena, però, nel giro di dieci minuti fece amicizia con la coppia accanto a lei e si fece spostare di due file per “stare un po’ più vicina alle amiche”.

Dopo il concerto, uscite in un fiume di gente, scoprirono che il cancello del cortile dove avevano parcheggiato era stato chiuso. Elena, senza pensarci troppo, scavalcò il muretto e aprì dall’interno, con una facilità che non le avremmo mai attribuito. Tornarono a casa all’alba, stanche morte e senza aver capito bene come fossero riuscite a far quadrare tutto. Ma fu una giornata che, ogni volta che la raccontava, faceva ridere più del concerto.